Una mostra foto-documentaria per salvare il cinquecentesco Convento dei Cappuccini (maggio-giugno 2016)

La mostra aperta foto-documentaria organizzata dal Gruppo Archeologico Krotoniate e Italia Nostra

E’ stata aperta dal sabato 21 maggio al 2 giugno 2016, presso la sede dell’Associazione nazionale Marinai d’Italia di Crotone, sul lungomare cittadino, una mostra fotografica e documentale sul vecchio convento dei frati Cappuccini di Crotone, curata dal Gruppo Archeologico Krotoniate, in collaborazione con Italia Nostra, che hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione “Salviamolo dalla cementificazione”.

Quante vicende storiche di Crotone sono passate dall’antico complesso monumentale dell’ex Convento maschile dei Cappuccini, nel periodo che va dal 1579, anno della sua fondazione1, al 1783, anno della sua chiusura a seguito del terremoto2. Il terremoto rese inagibile la struttura, ed i costi di recupero non potevano essere sostenuti né dai frati (che vivevano di elemosine) né dalle amministrazioni locali, impegnate con una vasta ricostruzione. Si scelse dunque di abbandonare l’intero complesso, e successivamente il terreno venne venduto.

La struttura comprendeva una chiesa, intitolata a S. Maria degli Angeli, il convento con chiostro, un’ area cimiteriale e un giardino.

Da allora nessun lavoro di messa in sicurezza o di manutenzione è stato effettuato, e la struttura è rimasta abbandonata a se stessa, degradata e soggetta all’azione dei vandali. Nei primi anni XXI secolo qualcosa però sembrò cambiare. E’ del 2002 infatti il primo progetto del Comune di Crotone di recupero del complesso, aggiudicato con gara pubblica per un totale di 927.040,13€. L’intervento che non verrà mai realizzato come previsto e riguarderà solo la piazza antistante il convento), ma che si concluderà con l’acquisto del terreno da parte del Comune nel 2004, o meglio mediante permuta con l’antico proprietario .

Ora rischia di essere distrutto per sempre. Infatti, incombe infatti sulla sua sopravvivenza l’autorizzazione concessa dal Comune di Crotone ad un progetto edilizio che prevede che l’ex Convento dovrebbe essere inglobato all’interno dell’enorme edificio oggetto di una lottizzazione, che andrebbe ad occupare l’intero compendio del Convento stesso costituito, come già detto, da ampio giardino, con impianto di sollevamento dell’acqua da una cisterna per l’irrigazione, nonché dall’annessa area cimiteriale, orto ricco di alberi da frutto, delimitata da un muro con un ben tenuto portale e mascherone. Le strutture murarie della Chiesa conventuale e dell’annesso chiostro, a loro volta, rimarrebbero prigioniere all’interno della nuova costruzione, perdendo la loro fisionomia e funzionalità originarie.

Per scongiurare un simile scempio, Italia Nostra ed il Gruppo Archeologico Krotoniate hanno già chiesto al Ministero Beni ed Attività Culturali che sia dichiarato con urgenza l’interesse culturale di tutto il complesso monumentale, ai sensi del D.L. 42/043.

Da considerare che un valore aggiunto del complesso è costituito dalla sua ubicazione in un’area di sedimentazione alluvionale in prossimità della spiaggia, vicino al mare e fuori delle mura urbiche post-medioevali, essendo la linea di costa attuale notevolmente avanzata rispetto ad un tempo. Potrebbe trattarsi di un’area di grande interesse archeologico, come dimostrato dai consistenti resti di tessuto urbanistico antico individuato nel corso delle indagini archeologiche preventive alla realizzazione di un edificio scolastico in località Acquabona (prossima al convento), in quello che costituiva uno dei luoghi di approdo naturale dell’antica Kroton, quindi in età greca, tra la foce del fiume Esaro e l’acropoli. La città greca, infatti, comprendeva anche l’area in discorso.

Pertanto, lo scopo della mostra, organizzata dal Gruppo Archeologico Krotoniate, in collaborazione con Italia Nostra, presso l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – Gruppo di Crotone, è di far sì che lo storico complesso conventuale, una volta dichiarato ufficialmente bene culturale, dopo l’opportuno restauro conservativo delle strutture murarie ed il ripristino del giardino, ormai inselvatichito, venga preservato nella sua interezza per essere restituito alla fruizione dei cittadini e dei visitatori, considerato che l’area circostante è degradata e priva di verde.

Infine, l’appello alle Istituzioni ed ai cittadini, affinché non sia cancellata per sempre una pagina importante della storia cittadina, tenendo ben presente che l’indispensabile riqualificazione del quartiere avverrà soltanto dopo aver salvaguardato e tutelato l’intero complesso monumentale del convento con il giardino, auspicabile polmone verde tra la città ed il mare.

Locandina Mostra Foto-Documentaria su Convento Cappuccini Crotone mag-giu 2016

Aggiornamento del 19-07-2016. “Il Crotonese”: L’ex Convento verso il vincolo del Ministero


Aggiornamento del 13-07-2017((Rif. Articolo su CN24 “Ex Convento dei Cappuccini. Sopraintendenza vincola l’area di rispetto per salvare il monumento“))

Con raccomandata indirizzata al Comune di Crotone Settore IV Pianificazione e Gestione del Territorio VII Programmi Urbani e Politiche Comunitarie, alla Società in accomandita semplice Orto dei Cappuccini di Franco Lucifero &C., il Soprintendente dott. Mario Pagano, ha comunicato ai soggetti interessati che il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Soprintendenza Archeologia, per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, ha avviato il Procedimento Amministrativo ai sensi dell’art. 7 legge 241/90 e art. 14 del D.lgs. 42/04, con il quale si attesta la Dichiarazione di riconoscimento dell’interesse culturale dell’Ex Convento dei Cappuccini, comprensiva dell’area di rispetto al bene tutelato.

Il provvedimento indica che, pur nelle attuali condizioni di degrado e di obsolescenza, il complesso monumentale, che era situato fuori dalle mura della città di Crotone, ed oggi in un contesto completamente urbanizzato, continua a rappresentare una importante testimonianze del passato, conservando tutte le peculiarità storiche e naturalistiche del luogo fin dalla realizzazione del complesso monastico. Per questi motivi la Soprintendenza ha ritenuto di mettere sotto protezione non solo i fabbricati e le pertinenze, quali l’orto circostante, ma impone anche un’ampia zona di rispetto secondo quanto previsto dalla normativa in materia, dando avvio immediato al procedimento di dichiarazione di tutela indiretta dell’area individuata.

Sono perciò Per esse sono anche prescritti i divieti di non effettuare sterri, riporto, deposito, uso a discarica pubblica o privata, porre a dimora ulteriori essenze arboree di alto fusto atte ad alterare i coni visivi del monumento senza più potere apportare alcuna sensibile modifica dell’attuale immagine dei luoghi, ne modificare la volumetria degli immobili e le altezze sia alla gronda che al colmo dei fabbricati.

Si tratta di una serie di prescrizioni minuziose a cui è chiamato ad ottemperare per le relative competenze d’ufficio il Comune di Crotone, in qualità di Ente territoriale competente, invitato dal Ministero e dalla Soprintendenza Regionale a inserire prontamente tale provvedimento nelle norme dei propri strumenti urbanistici.


Immagini dal convento dei Cappuccini di Crotone agli inizi degli anni ’70

Raccolta fotografica di Andrea PESAVENTO che documenta lo stato degli edifici superstiti del convento dei Cappuccini di Crotone pubblicata sul sito dell’Archivio Storico Crotone:

http://www.archiviostoricocrotone.it/crotone/immagini-dal-convento-dei-cappuccini-di-crotone/

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  1. Più precisamente nel dicembre 1579 i coniugi Lelio Lucifero ed Ippolita Pipino avevano donato il terreno con la condizione che fosse utilizzato per costruirvi il convento, ma il convento in realtà trovo un concreto sostegno finanziario per la sua costruzione solo nel 1612, ed i lavori furono ultimati 5 anni dopo. Rif. Andrea PESAVENTO : Il convento dei Cappuccini di Santa Maria degli Angeli di Crotone con chiesa di Santa Maria di Portosalvo []
  2. Il Terremoto della Calabria meridionale del 1783 colpì l’area dello stretto di Messina e la Calabria meridionale, con 5 forti scosse tra il 5 febbraio e il 28 marzo 1783. Fu la più grande catastrofe che colpì l’Italia meridionale nel XVIII secolo. Oltre a causare danni immensi – radendo al suolo le città di Reggio e Messina e provocando maremoti – il terremoto ebbe effetti duraturi sia a livello politico (l’istituzione della cassa sacra e il primo regolamento antisismico d’Europa), sia a livello economico e sociale per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_della_Calabria_meridionale_del_1783 []
  3. Istanza del 20 dicembre 2015, al MiBACT affinché sia dichiarato con urgenza l’interesse culturale di tutto il complesso conventuale, ai sensi del D.L. 42/04, con conseguente imposizione di vincolo []