La problematica che solleva il documento epigrafico rinvenuti nell’acropoli ateniese investe gran parte dei settori della scienza dell’antichità con articolate implicazioni di varia natura. Viene indagato il contesto di una dedica sull’acropoli ateniese, la sua motivazione implicita e, in via d’ipotesi, il suo collegamento ad un donario, tributato dall’intera città di Atene ad eroi salvatori della patria.
Come si evince dall’iscrizione il protagonista è identificabile con Phayllos di Crotone, atleta vincitore a Delfi e perciò “pythionikos” nella corsa, nel lancio del disco e nel salto, fu celebrato dagli antichi scrittori per aver partecipato alla parte conclusiva della guerra contro i Persiani nel 480–479 a.C.
L’epigrafe, nella lettura, integrazione e traduzione di Moretti 1953, riporta:
“. . . Phayllos dedicò, tre volte vincitore nell’agone pitico e vincitore delle navi che l’Asia spedì (contro
la Grecia).”
“Dallo studio di Jacob-Felsch (1969) l’iscrizione risulta appartenere ad una diffusa tipologia di basi
statuarie contemporanee a quelle quadrangolari a blocco unico”; “la lunghezza originaria della base è senza dubbio troppo grande per una statua in posizione di riposo e ciò induce ad ipotizzare che Phayllos fosse rappresentato in qualche azione”.
La presenza di una statua di Phayllos sull’acropoli di Atene, si collocherebbere in quel settore che è
compreso tra il santuario di Artemis Brauronia e di Athena Ergane, in un contesto ove sarebbero state presenti altre statue aventi in comune il tema atletico, esprimenti un “exemplum virtutis”.