Progetto “Alla scoperta dell’antica Kroton: un viaggio tra terra e mare”

Realizzato dal Liceo Classico Pitagora di Crotone nell’a.s.2016/17

Testo estratto da: https://www.liceopitagoracrotone.edu.it/

L’ultimo dei Crotoniati era il primo degli altri Greci”.

Così il geografo Strabone esaltava la virtù degli atleti Krotoniati che ottennero i primi 7 posti nell’Olimpiade del 576 a.C. nella specialità dello Stadio.

Dall’esigenza di una maggiore conoscenza e valorizzazione del patrimonio archeologico è nato il progetto del dipartimento di antichistica “Alla scoperta dell’Antica Kroton: un viaggio tra mare e terra”, coordinato dalla Prof.ssa Cecilia Adamo in collaborazione con il Gruppo Archeologico Krotoniate.

Esso, rivolto a tutti gli alunni del Liceo Classico Pitagora, è stato articolato in 4 lezioni teoriche, svoltesi nell’Aula Magna della scuola nel II quadrimestre del corrente anno scolastico, ed in una ricognizione archeologica subacquea nella Riserva Marina di Capo Rizzuto.

L’ idea ha riscosso molto successo tra i ragazzi che, in più di 80, hanno preso parte alle lezioni. Eventi di questo tipo, all’interno della scuola, sono decisivi al fine di accrescere nelle nuove generazioni la consapevolezza dell’enorme ricchezza del proprio patrimonio storico- artistico, il più delle volte sottovalutato. Conoscere la propria storia e valorizzarla è il modo per poter imprimere una svolta decisiva in ambito culturale e turistico per Crotone, che non ha nulla da invidiare ad altre città tanto decantate per le loro bellezze. Solo la conoscenza potrà far evolvere la nostra terra.

La prima lezione teorica, a cura del Dott. A. Ruga, funzionario della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, ha avuto luogo giorno 17 Marzo ed è stata incentrata sull’area urbana dell’Antica Kroton, tra passato e presente. Il territorio dell’antica polis, scelto da Miscello di Ripe su indicazione dell’Oracolo di Delfi, sorgeva sulla pianura del Marchesato e, per la sua conformazione e posizione strategica, ha permesso un rapido sviluppo della città, i cui confini superavano quelli dell’attuale Crotone. In seguito, l’attenzione si è spostata sui reperti e sulle strutture rinvenute in numerosi cantieri cittadini, tra cui quello dello stadio Ezio Scida e dell’ex area industriale.

La seconda lezione, tenutasi il 24 Marzo sempre a cura del Dott. Ruga, ha avuto come tema centrale il Cantiere della Banca Popolare e le sue varie campagne di scavo, focalizzando l’attenzione sui reperti e sulla stratificazione edilizia che ha interessato l’area. In un secondo momento, sempre attraverso la proiezione di presentazioni in Power Point, si è discusso di ceramica e numismatica magno-greca dando rilievo, relativamente a quest’ultimo argomento, ai simboli sulle monete delle varie città e all’effettivo valore del denaro in età antica, che risiedeva nella quantità di metallo prezioso di cui erano costituite le singole monete.

La terza lezione, del giorno 31 Marzo il Prof. M. Paoletti, Presidente del Corso di Laurea in Archeologia all’UNICAL, ha parlato degli Atleti Krotoniati alle Olimpiadi e, nello specifico, di Phayllos (Faillo) e Milone. Quest’ultimo riuscì a trionfare per ben 7 Olimpiadi nella specialità del pugilato, oltre che a vincere svariate volte le altre competizioni che si disputavano in Grecia. Phayllos, non distintosi mai ad Olimpia ma trionfatore ben 3 volte ai giochi pitici nello Stadio, passò alla storia per essere stato a capo di una flotta di Crotoniati che risultò decisiva nella battaglia di Salamina, come testimoniato da una stele rinvenuta presso il Partenone.

Ma perché gli atleti di Kroton erano così forti? Il motivo è da far risalire, oltre che alla salubrità del clima, alla dottrina pitagorica, secondo la quale la salute fisica deve essere curata quanto quella dell’anima. La religione, inoltre, rivestiva un ruolo importante nel mondo dello sport. In prossimità di un’Olimpiade, infatti, c’era una tregua di tutti i conflitti e molti atleti, ad esempio Milone, erano considerati semidei e sacerdoti delle divinità.

La quarta ed ultima lezione teorica, tenuta il 28 Aprile dal Dott. S. Medaglia, docente presso l’UNICAL, ha avuto come tema i tesori sommersi del nostro mare, con particolare attenzione al relitto di punta Scifo D, il più grande relitto di marmi conosciuto nel Mediterraneo. Esso, scoperto nel 1987 ed oggetto di ulteriori studi conclusi recentemente, è composto da 54 elementi di marmo non lavorati, perlopiù proconnesio, con un peso totale di 350 tonnellate appartenenti ad una nave lapidaria romana del III secolo d.C. proveniente probabilmente dal mar di Marmara, affondata nei pressi di punta Scifo. Kroton era un importante punto di approdo del Mediterraneo per via della sua posizione strategica e quindi non è strano che ci siano resti di navi antiche sulle nostre coste. Il relitto di punta Scifo D si trova ad una profondità di 7 metri ed è visitabile, anche con l’ausilio di tavolette impermeabili, che contengono informazioni storiche oltre a visualizzare la disposizione e la grandezza dei marmi.

Il progetto si è concluso il 24 Giugno con la tanto attesa ricognizione subacquea, realizzata con l’ausilio del “centro sub Le Castella”. E’ stata data la possibilità ai ragazzi di visitare in sicurezza e con la guida del dott. S. Medaglia i relitti di Cala Cicala in prossimità del promontorio di Capo Colonna, oggetto di una recentissima campagna di studio subacquea e appena ripulito, e di Punta Scifo D, oltre che di godere presso Capo Cimiti della visione di un carico di colonne sommerse, che si riteneva erroneamente pertinente alla villa romana i cui resti sono tuttora visibili sul promontorio.

L’esperienza è stata molto coinvolgente e formativa perché ha permesso di conoscere reperti importantissimi, a volte sottovalutati solo perché sott’acqua. L’archeologia subacquea può e deve essere una risorsa importante per il turismo crotonese, perché disponiamo di un patrimonio di notevole valore. Vitale, però, è offrire un prodotto qualitativamente buono e facilmente fruibile. Servono, perciò, anche investimenti per digitalizzare l’esperienza. In tal senso l’Unical, da quest’ estate, offre la possibilità di effettuare una visita in 3D del sito di Punta Scifo D dalla terraferma attraverso degli occhiali che permetteranno di godere la visione dei reperti come se si fosse in acqua. E’ questa la strada giusta da intraprendere per ridare lustro ad una città che era famosa, insieme al suo santuario, a tutti i popoli circostanti!

Paolo Ciampà, II E

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