Crotone. La museruola di bronzo di Vigna Nuova e il tema iconografico di Herakles strangolante i serpenti.

Dopo la “testa di cavallo” proveniente dal tempio di Hera, di recente esposta al Museo Archeologico di CapoColonna, un nuovo reperto viene esposto: la museruola di bronzo risalente al IV sec a.c. proveniente dal tempio di Vigna Nuova.

E’ un pezzo ornamentale, probabilmente indossato dai destrieri nelle occasioni speciali, di grande fattura, di enorme valore, lavorato con sapiente maestria dagli artigiani del tempo; un pezzo che da solo racconta la storia di una città fiorente, ornato di fregi e intarsi dalla fortissima simbologia che sono un racconto nel racconto. I disegni e gli intarsi sono di non facile interpretazione, ed hanno richiesto diversi mesi di studio e di preparazione prima di poter essere mostrati in tutto il loro splendore.

Quelli che sembrano solo intarsi, se guidati nella loro interpretazione, diventano immediatamente riconoscibili in figure mitologiche, precisamente Eracle adolescente che lotta contro i serpenti, strangolandoli, e due guerrieri in lotta tra di loro con grande scudo circolare ornato dalla lettera lambda, chiaro riferimento all’origine spartana. Il tutto confezionato in un meraviglioso intreccio di cerchi1.

La museruola votiva in bronzo originaria dell'antica Kroton e recuperata di recente a Brescia
La museruola votiva in bronzo.
Da FameDiSud
La museruola votiva in bronzo. Dettaglio di Eracle.
Da FameDiSud
I due guerrieri in lotta tra di loro con grande scudo circolare
ornato dalla lettera lambda.
Da FameDiSud.

La museruola fu trovata da ignoti, sul finire degli anni Settanta, scavando nottetempo nell’unico edificio finora riportato alla luce in quel sito a Vigna Nuova, mentre erano in corso indagini ufficiali. Benché ‘disperso’ sul mercato antiquario, venne esposto in occasione della mostra “Cavallo. Storia Arte Artigianato”, allestita a Travagliato (Brescia) dal 25 aprile ai primi di luglio 2015. Riconosciuto come il pezzo trafugato, venne sequestrato dalle forze dell’ordine e donato al Museo di Crotone2.

Nell’intervista a Wesud del 21-12-2019, il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, Gregorio Aversa, afferma: “L’unicità del pezzo sta proprio nella decorazione, ne sono state trovate altre di museruole nel mediterraneo, ma nessuna con questi decori. E in questi decori c’è un messaggio che fa riferimento anche alla funzione della museruola, il cavallo deve essere frenato e tenuto a bada, e l’auriga o il palafreniere di turno deve dominare il cavallo come Eracle domina i serpenti”.
ed aggiunge: “Avrei potuto prendere il pezzo ed esporlo in vetrina e fermarmi lì, ma vista l’importanza e l’interesse che questo animale ha avuto nell’antichità, ho deciso di raccontare il cavallo nella sua simbologia e nelle sue sfaccettature, presentando una mostra che parli e racconti quello che era un compagno di giochi, di viaggio, di guerra. Dopo la presentazione della testa marmorea esposta a Capocolonna, si potrebbe pensare che questo ornamento sia di una statua, invece non è così, è il tema che è lo stesso, ma uno è un cavallo di marmo, invece questa museruola è appartenuta ad un cavallo vivo e vegeto” (Ndr: Aversa si sta riferendo alla mostra “Il cavallo, compagno di viaggio. Equipaggiamento equino e arte della cavalleria presso gli antichi greci” esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, a partire dal 19 dicembre 2019).

Gregorio Aversa, direttore del Musei archeologici di Crotone e Capo Colonna, ha condotto nei mesi successivi studi approfonditi, culminati in un libro ed in una serie di webinar. Per saperne di più consultare il materiale didattico della lezione n. 01 del Corso GAK di Archeologia e Storia 2022 dal titolo: “La museruola di Kroton: iconografia e funzioni di uno straordinario reperto bronzeo”

Galleria fotografica

Scatti fotografici di Vincenzo Fabiani durante la presentazione della mostra presso il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, Sabato 21 dicembre 2019.

Il Culto e i Santuari di Herakles a Kroton

La tradizione erudita locale, che conserva memoria di un grande tempio di Eracle entro le mura, finora non ha trovato riscontri materiali.
Ciò non toglie che l’invincibile figlio di Zeus e di Alcmena, venerato dai Greci come eroe e dio ad un tempo, sia stato oggetto di un culto non secondario a Kroton3.

Lo dimostrano alcuni aspetti della tradizione mitica della polis (in particolare i miti della fondazione della città, con Eracle incita ed impone la fondazione al riluttante Miscello) e certe scelte iconografiche compiute dalla zecca (vedere la successiva sezione “Il tema iconografico dell’Herkliskos Drakonopnigon” di questo articolo e le emissioni monetali riportate in D.Marino-M.Corrado – O Dei di Kroton! (2009) p. 52-54, in cui Eracle è spesso presente), o i richiami a Eracle mediante gli attributi tradizionali della clava, della faretra o dell’arco, talvolta incisi anche su gemme e monili, la clava su frammenti di marmo e su bolli laterizi4

Il culto di Eracle si sostanziò a Kroton, nonostante che i numi più cari alla religiosità locale fossero invece Hera e Apollo e che nella mitologia classica i rapporti tra Eracle ed Hera non erano certo dei migliori.

Eracle diventa l’eroe pitagorico per eccellenza quando i Crotoniati conquistano Krimisa, inglobandone nel proprio territorio il santuario di Apollo Aleo, e trasportando a Crotone una reliquia preziosa per il culto di Eracle custodita in quel tempio (l’arco e le frecce che Eracle aveva donato a Filottete). Ancora, l’abbigliamento leonino di Herakles5 fu simbolicamente indossato dall’olimpionico Milone di Crotone nella spedizione contro Sibari, avendo grande eco sui contemporanei.

La nascita e le imprese di Eracle bambino nel mito

Èracle (in greco antico: Ἡρακλῆς, Hēraklḕs, composto da Ἥρα, Hera, e κλέος, “gloria”, quindi “gloria di Hera”) è un eroe e semidio della mitologia greca, corrispondente alla figura della mitologia etrusca Hercle e a quella della mitologia romana Ercole. Figlio di Alcmena e di Zeus, nacque a Tebe ed era dotato di una forza sovrumana.

Alcmena, sposa di Anfitrione, re di Tirinto (in Argolide), era stata ingannata da Zeus che si era presentata da lei assumendo la forma del marito durante la sua assenza. Frutto di questa relazione furono due gemelli, di cui: Eracle era stato generato con Zeus, Ificle con Anfitrione.

Poco prima che Eracle nascesse, Zeus si vantò di questo suo imminente figlio, che avrebbe regnato sulla casa di Tirinto, consolidando la stirpe di Perseo (eroe greco, anche lui figlio di Zeus, dal quale discendevano sia Anfitrione che Alcmena).
Ma la dea Hera, moglie di Zeus , gelosa e offesa dal tradimento del marito ottenne da Zeus la promessa che sarebbe stato re di Tirinto e di Micene chi della stirpe di Perseo fosse nato prima; quindi ritardò il parto di Alcmena e accelerò quello di Nicippe, moglie di Stenelo, zio di Alcmena. Il figlio di questi ultimi, Euristeo, nacque un’ora prima di Eracle e ottenne così la primogenitura e divenne re. Alcmena generò poi i due bambini Eracle e Ificle. Sia Anfitrione (che ignorava il tradimento) che Alcmena (che pensava di avere partorito due gemelli) erano ignari della doppia paternità; fu il grande indovino Tiresia a rivelare la straordinaria origine di Eracle.

Eracle, rappresentando per Hera la testimonianza del tradimento di Zeus, fu oggetto di propositi omicidi della Dea: qualche mese più tardi, quando Eracle aveva otto mesi, mise due serpenti velenosi nella camera dove dormivano Eracle e Ificle. Quando Eracle si svegliò, con il pianto fece sopraggiungere i suoi genitori, ma costoro giunsero in tempo per vedere il piccolo Eracle strangolare i serpenti, uno per mano. Secondo un’altra versione del mito, i serpenti non erano velenosi, ma furono messi nella camera dei gemelli da Anfitrione, che voleva sapere quale dei due fosse suo figlio.

Il racconto di questo episodio è esposto da Teocrito di Siracusa nell’Idillio XXIV

Il tema iconografico dell’Herakliskos Drakonopnigon 

Come riportato da Margherita Corrado nell’articolo in Bibliografia, il tema iconografico denominato “Herakliskos Drakonopnigon6 ebbe grande fortuna nel mondo antico, ma ne restano quasi solo testimonianze di epoca romana

Fra le poche eccezioni di età classica spiccano alcune serie monetali d’alleanza emesse specialmente in area egea tra fine V e i primi del IV secolo a.C. dopo la conclusione delle Guerre del Peloponneso, e che in Magna Grecia trovano riscontro esclusivamente nella monetazione di Kroton e Taranto (vedere poco più avanti nell’articolo) .

Se è più diffusa la rappresentazione di Ercole bambino, rara è la rappresentazione dell’Ercole adolescente presente nella museruola votiva di Vigna Nuova.

Vediamone qualche esempio di immagini di questo tema iconografico nel mondo antico.

Stamnos figure rosse del pittore di Berlino, creato ad Atene e ritrovato a Vulci in Etruria; datazione: 1° quarto V sec. a.C. (circa -480 – -475). Collezione del Museo del Louvre.
Ercole strangola i serpenti
Pompei – Casa dei Vettii – Sala Oecus Piccola
Ercole strangola i serpenti
Pompei – Casa dei Vettii – Sala Oecus Piccola
Roma, Musei Capitolini, Statua in marmo della seconda metà del II sec. d.C.  Rappresenta un bambino reale, con i tratti nettamente individuati, forse il figlio di un imperatore, reso come un piccolo Eracle.
Roma, Musei Capitolini, Statua in marmo della seconda metà del II sec. d.C. Rappresenta un bambino reale, con i tratti nettamente individuati, forse il figlio di un imperatore, reso come un piccolo Eracle7
Marocco, Volubilis, casa di Hercules; mosaico con Ercole bambino che strangola due serpenti, Impero romano, I secolo d.C.

Le emissione monetali della madrepatria con l’iconografia del tipo Herakliskos Drakonopnigon sembra precedere le emissioni in Magna Grecia. A Sparta l’immagine di Herakles è spesso associata alla propaganda politica spartana((Manolis E. Pagkalos, The coinage of king Areus i revisited: uses of the past in Spartan coins, 2016, p. 148 e p. 155)); in particolare, l’Herakliskos Drakonopnigon adorna sul diritto le monete coniate per celebrare l’alleanza tra le città dell’Asia Minore occidentale e le isole dell’Egeo (Bizanzione, Efeso, Iaso, Cnido, Kyzikos, Lampsakos, Rodi e Samo) dopo la sconfitta ateniese ad Aigos Potamoi (404) ad opera di Lisandro che distrusse a flotta ateniese , ponendo fine alla guerra del Peloponneso; sul rovescio è accoppiato il normale distintivo della città; S. Karweise, ha sostenuto che l’Herakliskos Drakonopnigon rappresenti lo spartano Lisandro, grazie al quale le città coinvolte scacciarono la dominazione ateniese (ma questa ipotesi non è definitiva).

Un raro tridramma greco d’argento da Samos:
https://www.flickr.com/photos/antiquitiesproject/5795028073
Per una versione con un diverso rovescio vedere: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=300341

In Magna Grecia vi sono diverse emissioni monetali nelle quali la rappresentazione dell’Herakliskos Drakonopnigon è equivalente a quella greca, ad esempio

Statere (Ag, mm 21, g 7,69) coniato a Crotone nel 400-325 a.C.
D/ testa laureata di Apollo a destra.
R: Eracle nudo sulla roccia che strangola i serpenti
Foto e didascalia da: F. De Luca, Eracle bambino e i serpenti di Era, Il Giornale della Numismatica Online, ottobre 2014 (link1, link2) . Consultare l’articolo per diversi altri esempi.

Si segnalano: una riflessione sulle emissioni monetali di Kroton con la rappresentazione di Eracle Drakonopnigon https://www.lamoneta.it/topic/170704-riflessioni-su-una-frazione-argentea-di-crotone/; emissioni monetali di altre aree greche in CoinProject e in F. De Luca, Eracle bambino e i serpenti di Era, in “Il Giornale della Numismatica”, ottobre 2014 (link1, link2) .

Per emissioni monetali di Kroton con rappresentazioni di Eracle diverse da quelle di Eracle bambino, vedere D.Marino-M.Corrado – O Dei di Kroton! (2009) p. 52-54.

Una più ampia rassegna di immagini e monete collegate al tema iconografico Herakliskos Drakonopnigon, la troviamo nella Galleria dedicata a questo tema nell’account Pinterest del GAK:

Video

Breve video con un’intervista al direttore del Museo archeologico nazionale di Crotone, Gregorio Aversa, per le telecamere di “Io scelgo Calabria” – TgCal24.

A dicembre 2021 il Museo Archeologico Nazionale di Crotone ha curato con un ciclo di interessanti incontri incentrati sulla museruola bronzea e sul volume che il dott. Gregorio Aversa ha curato per i tipi della Rubbettino Editore dal titolo “La museruola di Kroton. Finimenti equini, aurighi e arte del cavalcare presso gli antichi Greci”:

  1. Webinar di presentazione del volume “La museruola di Kroton”
  2. Webinar. “L’uomo e il cavallo: una simbiosi millenaria”
  3. Webinar “Museruole antiche, interpretazioni recenti”

Articoli e pubblicazioni correlate

  1. Margherita Corrado – Ritorna a Crotone uno straordinario bronzo magno greco trafugato negli anni ’70
    Articolo in FameDiSud del 01-09-2015 []
  2. per altri dettagli, vedere l’articolo di M.Corrado, prima citato []
  3. Rif. D.Marino-M.Corrado – O Dei di Kroton! (2009), p. 50-57 []
  4. D.Marino-M.Corrado – O Dei di Kroton! (2009) p. 55-56 []
  5. La pelle leonina e la clava sono gli elementi iconografici più frequenti nelle rappresentazioni di Herakles. La pelle del leone di Nemea fu presa da Herakles al termine della sua prima fatica; si trattava di una pelle invulnerabile, che non veniva scalfita da nessuna arma se non dalle unghie del leone stesso; dopo aver soffocato il leone Herakles se ne fece un mantello protettivo []
  6. Il termine Herakliskos fa riferimento all’omonimo dramma di Teocrito, che si interrompe al v. 140; la narrazione si incentra sulle vicende di Eracle dalla culla, l’uccisione dei serpenti velenosi mandati da Era, l’adolescenza. Rif. Fausto Montana, Sul finale perduto dell’Herakliskos teocriteo, 2011 []
  7. Per un approfondimento su questo reperto: Francesco Paolo Arata, “Lo Hercules infans dracones duos strangulans del Museo Capitolino. Contributo all’iconografia imperiale d’età antonina“, 1993 []