Comunicato di Italia Nostra e GAK sui progetti per il Castello-fortezza di Carlo V a Crotone

Il Castello-fortezza di Crotone, d’impianto aragonese, modificato nel corso dei secoli, ammodernato  durante l’ampliamento delle mura urbane nel XVI secolo su progetto dall’architetto Gian Giacomo dell’Acaya, è considerato una delle opere militari più importanti del Mezzogiorno.

La sua imponente struttura avrebbe meritato ben altre attenzione e cura da parte delle autorità dello Stato ed in particolare dalla Marina Militare, cui era stata affidata negli anni del dopoguerra. Succede così che negli anni ‘50-60, in un contesto  di abbandono e di degrado dell’immobile, in seguito allo slittamento delle fondazioni del muro della cortina sud del castello, causato da lavori stradali operati dal Comune di Crotone, viene decisa la demolizione dell’intero muro di cortina in fase di crollo.

Anziché procedere al riposizionamento del muro crollato con un procedimento di “anastilosi”, forse prematuro per quei tempi, il Genio Militare ne aveva deciso la demolizione, determinando inoltre, per i mezzi adoperati, lo sventramento della collina argillosa intorno alla quale è costruito il castello e la distruzione di una cisterna, di parte della soprastante Caserma Campana e di altre strutture, come è evidente dalle foto.

Il muro pertinente la cortina sud del Castello fu poi ricostruito mediante una nuova struttura in cemento armato, antichizzata dall’esterno, lasciando all’interno il vuoto determinato dalle opere di demolizione, ricoperto da un solaio calpestabile, che ha obliterato il malfatto. Il Castello-fortezza, essendo stato successivamente dismesso dalla Marina Militare, che lo aveva fino ad allora occupato, fu poi dato in consegna dall’Intendenza di Finanza alla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria.

Oltre al muro in cemento armato, che alcune classi delle scuole primarie guidati da Italia Nostra avevano cercato di “mimimetizzare” mettendo a dimora, in occasione della Giornata Ecologica del 21 marzo 1976,  300 piantine di pini marittimi, si scorgeva degrado dovunque nella struttura, ormai fatiscente. Il transito di veicoli all’interno delle sue mura, la presenza di baracche abusive, la copertura  di erbacce e di rifiuti sparsi completavano la situazione davvero preoccupante del Bene.  Davanti a tanta desolazione, le associazioni Italia Nostra, Gruppo Archeologico Krotoniate ed il Centro Servizi Culturali avevano costituito nel 1979-80 un comitato civico, che si era attivato per sensibilizzare ed informare  la popolazione e le autorità,  organizzando un convegno ed una mostra fotografica,  sollecitando le Istituzioni, Soprintendenza Beni A.A.A.S. della Calabria ed il Comune in primis, ad intervenire con urgenza per evitare ulteriori e definitivi danni alla struttura.

L’impegno profuso portò a dei risultati positivi nel tempo. Il castello-fortezza negli anni è stato oggetto di restauro conservativo e fruito dalla cittadinanza.
Alcuni mesi fa è stato presentato al Comune di Crotone un progetto del MiBACT,  a cura dal Prof. Marco Dezzi Bardeschi del Politecnico di Milano, che prevede che il castello-fortezza di Crotone divenga la sede di un nuovo grande Museo Nazionale Archeologico.  L’attuale museo, inaugurato nel 1968, è insufficiente ad ospitare ed esporre per i visitatori i più importanti dei reperti ritrovati, nel corso degli anni, nei luoghi dell’antica Kroton e nel territorio, nonché quelli che verranno fuori da nuovi auspicabili scavi, mentre gli uffici e gran parte degli ingenti depositi di materiali sono ancora ospitati in un antico palazzo di proprietà privata, con notevoli costi per lo Stato, essendo oltretutto il fitto scaduto e non più rinnovabile dal Ministero competente.

Tale progetto prevede  un museo di 2º livello, con sale di esposizione a più piani, ampi spazi per esposizioni temporanee e convegnistica, nonché  i depositi museali, laboratori di restauro, rilievo, disegno e fotografia e quant’altro.
Prima di redigere il progetto, è stato sicuramente approfondito lo studio della struttura cinquecentesca del Castello, utilizzando la copiosa documentazione esistente, come pure i rilievi eseguiti dalla Marina Militare dopo i rovinosi crolli degli anni ’50, materiale consultabile presso  gli uffici del Comando Militare di Taranto.

In conclusione, appare chiaro che il progetto del nuovo Museo Archeologico, creando opere di contenimento tese a stabilizzare da frane la parte collinare rimasta e l’intera struttura del castello, non demolisce le strutture antiche e moderne del Castello, ma ne utilizza gli spazi resi vuoti dalle colpevoli  distruzioni di quegli anni, inserendosi armoniosamente al loro interno.

Crotone,  20 novembre 2014

Teresa Liguori
Italia Nostra
Vincenzo Fabiani
Gruppo Archeologico Krotoniate

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