Margherita Corrado – Nuovi dati di scavo ed epigrafici sulle manifatture tardo-repubblicane di anfore commerciali del versante ionico calabrese gravitanti sul Golfo di Squillace (2009)

Margherita Corrado – Nuovi dati di scavo ed epigrafici sulle manifatture tardo-repubblicane di anfore commerciali del versante ionico calabrese gravitanti sul Golfo di Squillace (2009) In questa pubblicazione si indaga su dati riguardanti anfore commerciali, prodotte in età tardo-republicana da manifatture locali presenti nel territorio gravitante sul Golfo di Squillace. Le presenza di queste anfore, … Leggi tutto

Francesca Martorano – Potere e progetto. Famiglie feudali e fortificazioni in Calabria tra XVI e XVII secolo (2019)

Francesca Martorano – Potere e progetto. Famiglie feudali e fortificazioni in Calabria tra XVI e XVII secolo (2019) ABSTRACT. La presenza in Calabria di fortificazioni urbane e castelli, sia integri che in stato di rudere, realizzati presumibilmente tra il Cinque e il Seicento, ha suscitato molteplici interrogativi pertinenti sia l’esatta datazione, che l’attribuzione del progetto … Leggi tutto

Lorenza-Ilia Manfredi – Il commercio e le monete nel Bruzio prima e dopo Annibale (2009)

La presenza monetale cartaginese suggerisce una frequenza punica dell’antica Calabria tra la metà del IV-primi del III sec.a.C. precedente alla campagna annibalica del 218-202 a.C.. Le monete puniche presenti in Calabria in questa prima fase sono tutte legate all’eparchia punica in Sicilia e sono pertinenti alle più prestigiose serie cartaginesi prodotte in questo periodo.
La presenza più significativa di monete cartaginesi nel territorio calabro è rappresentata dagli esemplari in elettro di zecca cartaginese del 310- 270 a.C. del tipo Core/cavallo stante. L’interesse primario di Cartagine per queste terre è stato sicuramente il reclutamento dei mercenari, tuttavia gli interesse cartaginesi dovevano andare anche oltre l’arruolamento e il controllo mercantile delle coste con la flotta. Anche se proprio il mantenimento in efficienza di quest’ultima potrebbe aver determinato l’attenzione particolare riservata all’area calabrese.
Per Cartagine, infatti, doveva essere praticamente impossibile l’accesso alle foreste della Sicilia orientale sotto lo stretto controllo siracusano e imprescindibile fonte di legname per la loro flotte (Diodoro, XIV, 42). I rinvenimenti monetali e anforici nell’area ionica tra Caulonia e Locri potrebbero suggerire anche l’interesse per le miniere di pirite arsenicata.
Annibale coniò moneta solo al suo arrivo nel Bruzio e parte delle sue emissioni, in particolare l’argento e l’elettro, potrebbero essere state battute a Cartagine per un esclusivo uso in Italia.

L.Altomare – Enotri e Greci nel golfo di Taranto, paesaggi e interazioni tra IX e VI sec. a.C. (2017)

Nella dissertazione di dottorato ad essere preso in esame è il territorio degli Enotri, coincidente in buona parte con le aree di influenza delle colonie achee di Crotone, Sibari e Metaponto e della ionica Siris, con l’obiettivo di comprendere entro quali dinamiche si verificò il
contatto tra indigeni e Greci al momento delle fondazioni. Come si cercherà di dimostrare nel dettaglio, la diffusione di tratti caratteristici nella cultura materiale e nei rituali funerari, tendenzialmente restituisce l’impressione di un paesaggio culturalmente omogeneo del mondo enotrio della prima età del ferro nell’arco costiero del golfo di Taranto.

Francesco Cristiano – Armi ed equipaggiamenti militari (2011)

La pubblicazione trae spunto da un lavoro di ricerca sulle armi e gli equipaggiamenti militari italici della Calabria settentrionale e centrale, oggetto della tesi di Specializzazione dell’autore in Archeologia dell’Italia preromana discussa nel maggio 2006 presso l’Università degli Studi della Basilicata (Matera) e al momento in corso di approfondimento in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.

Antonio Colicelli – Gli insediamenti di età romana nei Bruttii: un nuovo censimento (1991-1995)

Archivio Storico per la Calabria e la Lucania

Uno degli stereotipi più frequenti in gran parte della ricerca storica ed archeologica è stato il fatto che la Calabria (Bruttium) durante l’età romana avrebbe inesorabilmente subito una profonda crisi, in particolare dopo la drammatica e devastatrice guerra annibalica.

Tutto questo ha fatto sì che anche nella letteratura scientifica più avveduta e aggiornata si perpetuasse un’immagine distorta della Calabria romana, il cui paesaggio sarebbe stato dominato da un sistema di sfruttamento agricolo esclusivamente estensivo: latifondo a grano per le zone pianeggianti e basso-collinari ed economia silvo-pastorale invece per il resto del territorio. Ci sarebbe stato dunque il passaggio da un sistema di piccole proprietà proprio dell’età greca direttamente a uno di tipo latifondistico durante l’età romana, che si sarebbe manifestato sul territorio attraverso i vuoti di insediamento.

In realtà la quantità di insediamenti rurali censiti nei Bruttii, a cui vanno aggiunti numerosi impianti produttivi (figline, peschiere, fornaci ecc. noti da altri studi), sembra dimostrare l’infondatezza di questa ricostruzione.