Bilancio Positivo per il Museo di Crotone. Intervista di Aprile 2010 al Direttore D. Marino

Testo Antonella Marazziti del 07-04-2010

Bilancio nel complesso positivo, per l’archeologia e per il Museo archeologico nazionale di Crotone che ha chiuso il 2009 con il ritorno dal Paul Getty Museum di Malibù, di un pezzo tanto inseguito quanto prezioso: l’askos del V secolo a.C. proveniente da uno scavo abusivo fatto negli anni Ottanta in località Murgie, a Strongoli, e sbarcato in America dopo esser stato nelle mani dei trafficanti d’arte per poi rientrare in Italia solo nel 2007.

Il particolare unguentario bronzeo di tipo funerario, raffigurante una sirena con il volto da fanciulla ed il corpo d’uccello infatti, dopo esser stato recuperato attraverso l’attività extragiudiziale del ministero dei Beni culturali, del Comando dei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale e dell’Avvocatura generale dello Stato, è stato esposto, come promesso, nelle festività natalizie (precisamente dal 22 dicembre scorso) insieme all’altro askos del VI secolo a.C. ritrovato negli anni Cinquanta, sempre nel crotonese (ndr chora meridionale in territorio di Cutro).

Askos a forma di Sirena delle Murgie (vista laterale)
Askos a forma di Sirena delle Murgie (vista laterale)
Askos a forma di Sirena dalla chora meridionale di Kroton (vista laterale)

Ed è proprio per una mostra ad hoc che si sta lavorando, in collaborazione, secondo i rumors, con un ente locale, per la realizzazione altresì di un catalogo e la messa a punto del materiale fotografico e didattico che si spera permetteranno di mettere in piedi il tutto entro febbraio prossimo (anche se la mera esposizione degli askos è ancora aperta). Ma l’attività, non si ferma qui.

In collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici delle Calabria, la Upmed (Università popolare mediterranea di Crotone) ed il Gruppo Archeologico Krotoniate, anche quest’anno dal 25 novembre scorso e fino al prossimo 26 maggio è attivo il “Corso di archeologia e storia della Magna Grecia” dedicato ad esperti e semplici appassionati. Un corso che si svolge all’interno del Museo archeologico nazionale di Crotone e che ha anche l’obiettivo di mostrare una struttura che è un luogo vivo, non solo quindi uno spazio espositivo o un deposito.

Con l’archeologa Margherita Corrado ed il professore Lorenz Baumer dell’Università di Berna poi, si sta lavorando inoltre – spiega il direttore del Museo archeologico di Crotone, Domenico Marino – come Soprintendenza, ad una revisione dell’apparato didattico della mostra “O Dei di Kroton! Luoghi e testimonianze del sacro dentro le mura”, svoltasi lo scorso anno, così da renderla esportabile, richiamando altresì turisti sul territorio”.

O Dei Di Kroton Catalogo Mostra al MANKR
Catalog mostra “O Dei di Kroton!”

Marino, infatti, sottolinea come “quello di Crotone sia uno dei più importanti musei archeologici dell’età antica, perché espone una serie di pezzi unici e racconta un ampio arco di tempo, dalla Preistoria al Medioevo” e perciò necessiterebbe di un ampliamento degli spazi espositivi.
Il museo nazionale ha il problema – evidenzia il direttore – di essere sottodimensionato per superficie espositiva, perché realizzato in un periodo, quello degli anni Sessanta, in cui forse si pensava che sul territorio non ci fosse quasi più nulla da scoprire”.

Nei depositi poi, detti in gergo anche “musei di seconda scelta”, c’è tanto materiale che non può essere mostrato perché oggetto di studio, ma anche perché si punta molto sulla didattica, per la quale è indispensabile l’esposizione di frammenti ricostruibili e ben visibili in spazi ad hoc.
Complicazioni vecchie e nuove, ma genericamente diffuse in ambito nazionale, sono quindi quelle del ministero dei Beni culturali alle prese con quell’esiguità di personale e di spazi che conduce, poi, a livello provinciale, ad avere problemi con la tutela stessa dei beni. Ma nonostante tutto, “si continua a lavorare”.

Con un numero di visitatori che varia dai venti ai venticinque mila all’anno, la maggior parte dei quali non paganti perché studenti (i privati si recano nella struttura per lo più nei giorni festivi), il Museo vanta, in ogni caso, buone risposte per la promozione dei vari eventi ma soprattutto commenti positivi, come evidenziato dal libro delle esposizioni.

Particolare interesse infatti, proprio in base ai commenti rilasciati, ha suscitato la stele marmorea del V secolo d.C. di carattere “non funerario ma culturale”, ritrovata nei pressi dell’area di San Francesco, che “presuppone l’esistenza in quella zona di un tempio dedicato a Hera. Se così fosse, l’aspetto urbanistico della città cambierebbe”.

A parte il Museo in sé e per sé, molte sono le attività portate avanti come Soprintendenza: “attualmente – spiega Marino – sono aperti due cantieri: uno in città, in piazza Villaroja, di grande interesse per la storia della Crotone post-antica relativamente alla nascita di una comunità cristiana, in quanto sono state ritrovate testimonianze di necropoli paleocristiane nella città antica, l’altro ad Altilia”. “Qui – continua il direttore – si lavora su quello che rimane del fondo di due grotte tardo medievali”.

Approndimenti sull’Askos